Suonare in cucina: un’esperienza mistica

Francesco e Valentina, da tempo volevano organizzare qualcosa di insolito a casa loro per riunire gli amici. Hanno attivato un contest sulla pagina Facebook di Guestar per trovare gli artisti perfetti per il loro house concert al quale si sono proposti più di 50 artisti. Dopo aver ascoltato la loro musica, hanno scelto di ospitare gli Interplay Jazz 4tet, con i quali abbiamo fatto una chiacchierata.

Era il vostro primo house concert. Quali erano le vostre aspettative?

Sapevamo che suonare in una casa sarebbe stato “strano”. Sinceramente pensavamo di suonare in un salotto, non di certo in una cucina! È stato divertente. Peccato non aver avuto a disposizione delle pentole… una spaghettata d’intermezzo tra due improvvisazioni ci stava tutta!

Cosa rende magico un concerto privato, ora che lo avete vissuto?

È stata un’esperienza quasi mistica. Avevamo gli ospiti quasi a ridosso del nostro spazio. Sembrava che ciascuno di loro potesse suonare insieme a noi. Per tutta la durata del concerto li abbiamo sentiti parte integrante dell’Interplay Jazz 4tet. E questo ha reso la nostra musica ancor più speciale.

Suonare in cucina e non su un palco. Vi siete sentiti sminuiti?

Assolutamente no! La nostra idea di musica prescinde dal luogo in cui viene suonata. È la musica che deve arrivare, non di certo il luogo. In ogni concerto, cerchiamo di portare il pubblico ad avere la completa concentrazione sulla musica, il luogo è oltremodo secondario.

La donazione a fine concerto. Cosa ne pensate?

Una cosa strana, ma efficace!